Per me questo viaggio in Vietnam è stato una parentesi di leggerezza:
Senza troppe necessità, seduti per terra a guardare il sole che sorge o l’erba che cresce… A giocare con il tempo, senza farsi fregare, senza lasciarlo scappare, sentendolo scorrere tra le dita con prepotenza.
E cosa porterò con me, ora che mi sono lasciata alle spalle il verde brillante delle risaie ed il profumo di coriandolo nelle strade?
Sicuramente l’energia dei bambini, l’enorme quantità di ragazzini che ridono, giocano e ti sommergono ogni volta che ti viene la malsana idea di fermarti ad ammirare un qualsivoglia panorama. E ogni volta che aspetti un treno, un autobus, una bicicletta. O mentre bevi un caffè. Ci sono bambini ovunque e mi mancheranno tutti. Soprattutto le ragazzine vestite di rosa, o da banana ????
Porterò con me la sensazione che si prova a girare il mondo su un motorino 50 scassato e poco affidabile come se avessi ancora 14 anni, quando 5 euro di benzina erano l’ostacolo più grande verso la libertà. Quando svegliarmi alle 3:00 del mattino ed inerpicarmi su una montagna solo per vedere l’alba sembrava una buona idea.
Ma partiamo dall’inizio,
“Goood Morning Viet Nam!”
Parte 1: VietNam del Nord
È doveroso dire che c’è una vasta area del nord vietnam che noi non abbiamo visto (come Sapa o Can Cau), perchè abbiamo preferito goderci il tempo a disposizione piuttosto che girare come trottole; non metto in dubbio che siano altrettanto belle, anzi nè sono sicura… ma sarà per la prossima volta!
Questo è stato il nostro percorso:
Dopo un viaggio estenuante durato più di 34 ore (con annessa avventura di 12 ore nei vicoli di Pechino, di cui ho parlato qui), siamo finalmente arrivati ad Hanoi, ex capitale del Vietnam del Nord. La città brulica di vita, ma la temperatura percepita è 47 gradi, il che vuol dire che durante la giornata l’attività che svolgo più assiduamente è sudare.
I vietnamiti al volante sono qualcosa impensabile, credo che sia legale girare senza freni, ma non si può guidare senza clacson.
Ho decisamente bisogno di un tutorial su come attraversare la strada.
Hanoi, come del resto tutto il Viet Nam, è ricca di templi e conserva un’intensa vita spirituale, dove buddismo, taoismo e confucianesimo si fondono con elementi di animismo e di religione popolare.
L’aspetto più affascinante però, non é ammirare la magnifica architettura di questi edifici, bensì lasciarsi incuriosire dalle usanze popolari, dalle donne che disperdono le carte pregando o dagli uomini che per strada bruciano soldi finti per il benestare degli antenati.
Non sarò io a dirvi cosa vedere ad Hanoi, perchè sono informazioni che troverete su qualsiasi guida turistica o praticamente ovunque sul web; vorrei parlarvi invece di alcune meravigliose esperienze che secondo me vale la pena fare in questa città, che vi permetteranno davvero di entrare in contatto con i locali e di innamorarvi, come me, di questa cultura, questo cibo, questa gente.
Innanzitutto, conoscete la Bia Hoi? Ecco, è la birra più economica esistente al mondo e la troverete solo nel Vietnam del nord. Viene servita agli angoli delle strade, dove dolcissime vecchiette si trasformano in spillatrici professioniste.
A differenza della maggior parte delle birre, che richiedono fino a un mese per essere prodotte, la bia hoi viene prodotta ogni giorno. È chiara, viene servita ghiacciata, ha solo il 3% di alcol e si beve come se fosse acqua.
Come è nata? Come molte tradizioni culturali vietnamite risale a fine 1800, al periodo coloniale: La birra veniva importata per cercare di convincere i vietnamiti a smettere di bere il loro amato vino di riso tradizionale.
Venne costruito un solo birrificio – il birrificio Hommel di Hanoi – il che rese la birra molto costosa e praticamente un bene di lusso. Tuttavia, una volta che il Vietnam ottenne l’indipendenza nel 1954, i vietnamiti ribattezzarono il birrificio Hanoi Brewery e da lì nacque la bia hoi.
Ecco, in questa realtà in cui due chiavi ed un po’ d’olio su 2 mq di marciapiede diventano un gommista, una lametta ed uno specchio diventano il barbiere della zona, anche 3 sgabelli ed una spillatrice sono il mio bar di fiducia. (In particolare se siete ad Ha Noi dovete andare in Hang Dieu Street).
Un’altra particolare esperienza di cui mi piacerebbe parlarvi sono gli eventi, organizzati tramite Airbnb (Se cliccate qui per iscrivervi potete ricevere fino a 43 € di credito), che mi hanno permesso di scoprire questo mondo dall’interno e soprattutto di conoscere tantissimi vietnamiti.
L’aspetto migliore di una piattaforma come questa è proprio la possibilità che ci regala di entrare in contatto con i locali e di praticare una forma di turismo più sostenibile, a vantaggio di tanti ragazzi e ragazze, soprattutto studenti, che colgono l’occasione per praticare altre lingue e guadagnare qualcosa nel tempo libero.
Abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio tra chiacchiere e curiosità in giro per la città con i ragazzi di “free walking tour“. è stato piacevole e divertente come fare una passeggiata con degli amici ed abbiamo avuto modo di confrontarci in proposito di tantissimi argomenti, il che ha reso l’esperienza ancora più interessante.
Vi segnalo, inoltre, i fantastici street food tour! Perfetti per assaggiare le specialità di Ha Noi (a cui dedicherò un articolo a breve) sotto il consiglio di “foodie addicted” e vi assicuro che il cibo in Viet Nam è importante, come per noi italiani!
Attraverso questi tour potete, inoltre, scoprire dei ristoranti fantastici in casa di alcune famiglie. È una strana forma di home restourant, riservata solitamente agli abitanti della città.
Cosa dire di più? Ho trascorso qui solo un paio di giorni, ma sono bastati a questa città per farsi amare; la saluto piena di entusiasmo, con la consapevolezza che tornerò a fine mese per prendere l’aereo che mi riporterà in Europa.
Da Hanoi, con un paio d’ore di treno, siamo arrivati a Ninh Binh, la seconda tappa di questo viaggio.
Questa zona rappresenta esattamente il vietnam che mi immaginavo prima di arrivare qui: verde, umido, che procede a passo lento. L’area è ricca di templi e risaie, un paio di giorni da queste parti dovrebbero prescriverli i medici per combattere la frenesia del mondo.
Proprio qui ho scoperto per caso un piccolo e meraviglio ristorante tra le risaie in cui non vedo l’ora di tornare: uno dei più buoni in cui abbia mai mangiato in VietNam, gestito da una famiglia con due dolcissimi bambini. È su una palafitta di bamboo rivolta verso il tramonto, in cui si può mangiare il riso fritto più gustoso che possiate immaginare! E quando scende la sera e si accendono le lucine, l’ambiente diventa tanto dolce da sentirne nostalgia. Il ristorante Nhật linh lo trovate qui.
Per fare questa fotografia abbiamo dovuto guidare un motorino sgangherato per mezza giornata, scalare una montagna sotto il sole e perdere più liquidi di quanti ne abbia mai assunti in vita mia… Ma ne è valsa la pena!
Vi allego la mappa con tutti i punti di maggiore interesse della zona, che potete salvare sul vostro account mymaps di google.
Da Ninh Binh abbiamo preso un treno notturno per andare a Phong Nha – Ke Bang National Park, nel vietnam centrale. Una zona povera ed affascinante, un ambiente rurale in cui il turismo è ancora raro, che ha sofferto più del resto del paese i bombardamenti americani a causa della conformazione geografica del territorio. Si ritiene che fosse punto strategico lungo il sentiero Ho Chi Minh, nè parleremo nella seconda parte del mio racconto.
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