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OTTOBRE IN THAILANDIA – Guida teorico pratica per un viaggio fuori stagione

Asia, Viaggi

Da circa due anni stavo impinguando il mio salvadanaio sognando l’Asia e l’occasione ideale per partire si è presentata nel momento in cui ho scovato  un error-fare della compagnia Kuwait Airways sulla tratta Ginevra-Bangkok il giorno del mio compleanno.

Considerando che il tempo che ho impiegato a riflettere prima di effettuare l’acquisto è stato di circa 30 secondi, è ovvio che tutta la serie di questioni legate a come affrontare questo viaggio fuori stagione me le sono poste successivamente.

Partire per la thailandia durante il periodo monsonico, né vale la pena?

Proprio nei mesi successivi mi sono resa conto che nonostante la Thailandia sia una meta gettonatissima ed ambita praticamente da ogni tipo di viaggiatore, le informazioni disponibili in rete per organizzare il viaggio nel periodo “sbagliato” sono limitate, soprattutto se sei un backpacker, se non ami i luoghi divorati dal turismo, se ti piacerebbe andare nella giungla, al mare, in montagna, al nord, al sud, nelle isole… e praticamente non sai da dove cominciare per preparare almeno una bozza di itinerario (che non verrà rispettato, perché l’aspetto interessante del pianificare sono tutte le cose che si imparano durante la ricerca e poco importa se alla fine decidiamo di fare tutt’altro).

Ho trascorso intere giornate a cercare informazioni sul territorio, i monsoni, le infrastrutture, l’abbigliamento più adatto e per questo ho pensato di raccogliere in un articolo i consigli che vorrei avessero dato a me prima di partire. Come al solito le mie ricerche sono partire da una Guida Routard ❤️

Il clima in thailandia

Nonostante il notevole sviluppo di cui sta godendo la Thailandia, i monsoni restano un problema soprattutto nelle aree più remote del paese, dove i continui allagamenti provocano decine di morti ogni anno;

Comunque, salvo casi eccezionali, questi ingenti disagi non riguardano le grandi città ed in generale le aree più turistiche, dove al massimo vi troverete a sguazzare in 15 cm d’acqua (e di fronte a questo problema nasce la questione di quali scarpe indossare, di cui parlerò tra poco).

Bangkok

Piove da maggio ad ottobre, settembre è il mese peggiore.

Il Nord della Thailandia

Piove abbastanza costantemente da maggio ad ottobre, con maggiore intensità a luglio, agosto e settembre.

L’Est ed il Nord-Est

Piogge da maggio ad ottobre, settembre il mese statisticamente più piovoso.

Le Isole del Golfo del Siam

Koh Samet è ben più secca, solo 247,5 mm mensili nel mese peggiore, settembre. La maggior parte delle sue spiagge, infatti, sono rivolte ad est e sono quindi protette dal monsone.

Koh Chang è una delle isole in assoluto più piovose di tutta la Thailandia. Il periodo delle piogge va da giugno ad ottobre, agosto è il mese peggiore. A differenza di Samet la quasi totalità delle spiagge si affaccia ad ovest ed è fortemente esposta al monsone; in compenso a Koh Chang la stagione delle piogge finisce di solito prima rispetto alle isole della costa meridionale.

La Costa dell’Oceano Indiano: Phuket, Phi Phi Island, Krabi e Koh Lanta

La stagione delle piogge va da giugno a novembre, con qualche sconfinamento a dicembre; settembre ed ottobre sono i mesi peggiori.

La Costa del Mar Cinese Meridionale: Samui, Koh Phangan e Koh Tao

Il periodo meno indicato va da ottobre a dicembre e all’estremo sud le piogge spesso tendono a prolungarsi anche per la prima parte di gennaio.

Per conoscere nel dettaglio le condizioni climatiche nelle diverse zone del paese vi rimando a questo  link (clicca qui).

Il mio itinerario di un mese in thailandia

Cercando un equilibrio tra i miei interessi personali ed il meteo ho stilato il mio itinerario, che lungo la strada ha subito diverse modifiche grazie ai preziosi consigli di qualche locale e di altri viaggiatori.

Ecco il risultato:
– BANGKOK

– AYUTTHAYA

– CHIANG MAI

– CHIANG RAI

-BANGKOK

– KO CHANG

-BANGKOK

Per mancanza di tempo non ci siamo fermati a Loopburi, una cittadina a metà strada tra Ayuttaya e Chiang Rai, facilmente raggiungibile in treno e famosa sia per l’enome quantità di scimmie da cui è popolata, sia per il tempio ad esse dedicato.

Analogo il discorso per Sukhothai, traducibile in”alba della felicità”, Patrimonio dell’Umanità, prima capitale del Siam e culla della civiltà thailandese.

Oltre a visitare i siti storici, Sukhothai è una tranquilla città rurale dove si può ancora assaporare il fascino dello stile di vita rustico della Thailandia.

Perché non Pattaya?

Il realtà prima di partire ero dell’idea che almeno una notte di passaggio a Pattaya fosse da fare, anche per capire di cosa si parla ogni volta in cui questa cittadina viene nominata (e succede spesso, sia da parte dei turisti che dai thailandesi, senza considerare l’enorme mole di pubblicità che il governo stesso le riserva), ma mi è stata talmente sconsigliata durante il viaggio che alla fine ho desistito ed ho optato per dedicare una notte in più alla splendida isola di Ko Chang.


Da sapere su Pattaya: È una delle località turistiche più frequentate al mondo, con circa 5,4 milioni di visitatori ogni anno, eppure era un piccolo villaggio di pescatori finché negli anni  sessanta e settanta, durante la Guerra del Vietnam, cominciarono ad arrivare i militari americani della United States Air Force della vicina base militare di U-Tapao, che vi trascorrevano le vacanze per riposarsi e svagarsi, causando un grande giro di prostituzione. Se comunque decidete di passare da quelle parti e dare un occhiata in giro, vi consiglio di visitare il sontuoso Santuario della Verità, un altissimo tempio buddhista in legno pregiato che si affaccia sul mare: nell’articolo linkato (clicca qui) traspare tutto il suo fascino.

Sanctuary of Truth, Pattaya

I trasporti in thailandia

Come è intuibile dall’itinerario, la rete di trasporti è palesemente Bangkok-centrica, lo scalo è spesso obbligato e noi abbiamo deciso di approfittarne per riposarci tra un bus e l’altro e approfondire la nostra visita nella capitale pernottando vicino la stazione.

Il nostro obiettivo era quello di trascorrere più tempo possibile immersi nella coinvolgentecultura thailandese e di conseguenza abbiamo fatto la scelta di muoverci esclusivamente via terra, senza prendere aerei interni.

I mezzi disponibili a lungo raggio sono:

Autobus thailandesi

La rete è capillare e si può scegliere tra mezzi privati e quelli governativi.

Questi ultimi sono più sicuri e i biglietti si possono prenotare sul sito ufficiale della compagnia, ma i mezzi privati hanno il vantaggio di passarti a prendere direttamente in ostello.

Possono essere di prima classe (VIP) dotati di aria condizionata (vi consiglio di portare sempre con voi un foulard da mettere sulle spalle perché la temperatura di solito è pari a quella del circolo polare artico) o di seconda classe, meno costosi e decisamente meno comodi. Fate attenzione alla compagnia di autobus che scegliete, soprattutto quelle che si trovano a Khaosan Road, perché i furti sono all’ordine del giorno.

Ovviamente noi non ci siamo lasciati spaventare da questa possibilità, anche perché il nostro budget era minimo e nel nostro zaino non c’era nulla da rubare (le cose con un minimo di valore le abbiamo portate addosso per tutto il tragitto).

Treni in Thailandia:

Sono suddivisi in prima, seconda e terza classe. I biglietti si possono acquistare direttamente in stazione e per le tratte a lunga percorrenza è preferibile prenotare i biglietti con un certo anticipo.

La rete ferroviaria, almeno per la nostra esperienza, si è rivelata puntuale ed affidabile;

inoltre ho avuto l’occasione di viaggiare in terza classe nella tratta Bangkok-Ayutthaya e su quel treno un tenero vecchietto ci ha venduto per 50 bath il miglior Pad Ka prow che io abbia mai mangiato!

Aerei:

non ho molto da dire perché come ho già spiegato abbiamo deciso di non usufruire dei voli interni, ma non mancano compagnie low cost che offrono collegamenti per meno di 40 euro a tratta.

Vaccini: sono necessari per un viaggio in thailandia?

Sostanzialmente no, ma è necessario controllare che siano stati fatti tutti i vaccini obbligatori in Italia come quello per l’epatite, il tetano, la rabbia.

Altra questione è la profilassi antimalarica invece, che va effettuata esclusivamente se ci si sta recando in zone particolarmente remote e paludose del paese come le provincie più ad est durante il periodo dei monsoni. Non è necessaria in tutti gli altri casi.

Cosa mettere nello zaino per un viaggio in thailandia? Essere preparati all’umidità e alle piogge tropicali

Prima di spiegare cosa ho scelto di portare con me è necessario sapere che il mio zaino è il regno incontrastato del minimalismo, quindi tutto è stato accuratamente selezionato per avere la massima efficienza con il minimo peso/volume, tenendo conto di tutte le esperienze che avrei voluto fare e che necessitavano di un minimo di preparazione dal punto di vista dell’abbigliamento o degli accessori da portare con me.

Poncho in plastica

Coprizaino

Una busta in plastica

Da portare sempre all’interno del daily pack, per proteggere dalla pioggia qualsiasi cosa possiamo avere al suo interno e un asciugamanino per ogni evenienza

Disinfettante gel tipo Amuchina.

A terra è sempre bagnato, all’ ingresso dei templi bisogna togliersi le scarpe e c’è un via vai continuo di persone, il clima caldo umido è ideale per la proliferazione dei batteri e sarebbe cosa buona e giusta disinfettarsi i piedi prima di rimettersi le scarpe, l’ ho capito a mie spese dal momento che non essendo particolarmente schizzinosa non ci ho pensato prima e ho passato una settimana abbondante a mettere cortisone su fungo non meglio identificato.

Repellente, perché ottobre in Thailandia è nel pieno della mosquito season.

Sappiate che i repellenti che vendono in Italia sono nulla rispetto a quelli Thailandesi, in cui la percentuali di deet è circa al 90% (questa sostanza è uno degli insettorepellenti più efficaci, fu sviluppata dall’esercito americano in base all’ esperienza di guerriglia nella giungla durante la seconda guerra mondiale).

In questa occasione le mie pulsioni ambientaliste non hanno prevalso sulla necessità di difendermi dalle zanzare (avendo declinato l’opzione della profilassi antimalarica): ho deciso di acquistare lo spray Jungle-formula molto forte da mettere sulla pelle (sappiate che essendo infiammabile c’è il rischio che vi venga buttato in aeroporto) e l’insetticida Biokill che prima della partenza ho spruzzato su tutti i vestiti che avrei portato con me in viaggio.

Tralasciando il fatto che potevo evitare di acquistare il Jungle su internet e comprarlo direttamente al mio arrivo a Bangkok, la soluzione che ho adottato si è rivelata super efficace e neanche durante i 3 giorni di trekking nella giungla ho avuto problemi legati alle punture di insetto.

Integratori

Integratore di magnesio, potassio e vitamina C, perché il caldo e l’umidità sono estremamente debilitanti per il nostro organismo ed io volevo affrontare questo viaggio nel pieno delle mie energie. Ma soprattutto fermenti lattici prima di partire!

Quali scarpe scegliere? 

Il primo passo è prendere in considerazione le attività che avete intenzione di svolgere durante il viaggio:
pensate di trascorrerete intere giornate rilassati in spiaggia o ad avventurarvi nella jungla?

Andrete nei templi o nei centri commerciali?
Soggiornerete in lussuosi hotel a 5 stelle o in qualcosa di più simile ad una capanna di bamboo?

Soprattutto, siete il tipo di persone che alle prime gocce d’acqua si rifugiano in un bar o che continueranno ad andare in giro godendosi anche la pioggia?

Parlando più in generale di calzature adeguate alla pioggia tropicale è consueto ritenere che la scelta migliore siano scarpe impermeabili (waterproof) o comunque resistenti all’acqua (water-resistant), il realtà l’unico modo per prevenire vesciche e micosi è mantenere i piedi più scoperti possibile.

Questo perchè indossando scarpe impermeabili  e calzini, con l’umidità ed il caldo che regnano incontrastati, la probabilità che sorgano questo tipo di problemi è particolarmente elevata. Di contro però non si rivelano adeguate neanche le infradito, perchè non permettono di girovagare comodamente (soprattutto se si amano gli spostamenti a piedi) e si rivelano pericolosamente scivolose.

Aldilà delle marche che preferite, i requisiti sono:

ottimo grip, leggerezza, traspirabilità, velocità nell’asciugare, comodità.

Queste caratteristiche sono presenti a mio parere in due tipologie di calzature: i sandali da trekking (nè esistono molte versioni in base ai tipi di terreno, da quelli prettamente sportivi a quelli più versatili adatti anche alla città) e le scarpe da running.

Tenendo conto di queste considerazioni la mia scelta è ricaduta su

  • un paio di Teva Winstead: suola ergonomica in gomma che fornisce trazione e grip,  l’intersuola EVA che offre supporto e ammortizzazione, aperture in velcro per indossarle velocemente (dovrete toglierle innumerevoli volte per visitare i templi), sono perfette per camminare in città, andare in spiaggia,  fare trekking non troppo impegnativi, fare la doccia. Per me sono un MUST!!
  • Nike in season Train: solo 160 grammi, comode e traspirabili.

Assicurazione viaggi in thailandia: si o no?

Se ci riferiamo all’ assicurazione sanitaria assolutamente si e questa risposta resta valida per qualsiasi viaggio al di fuori dell’ Unione Europea, dove da cittadini italiani siamo coperti grazie alla nostra tessera sanitaria (da non dimenticare); può essere comunque utile controllare il sito del Ministero della Salute, in cui è presente una sezione dedicata alle convenzioni sanitarie attive.

Nei paesi extraeuropei, invece, l’assistenza medica spesso è privata, o pubblica ma talmente scadente da essere costretti a rivolgerci ad una clinica privata estremamente costosa, pertanto è assolutamente conveniente stipulare un’ assicurazione sanitaria.

L’ho fatto anche io, nonostante il mio budget fosse ridottissimo, perché questa è una di quelle cose per cui non vale la pena risparmiare.

Nello scegliere una compagnia assicurativa è necessario confrontare i servizi offerti, in particolare

  • una centrale operativa raggiungibile telefonicamente 24h;
  • copertura medica elevata;
  • copertura del rimpatrio dell’assicurato e di eventuale accompagnatore;
  • anche con aereo sanitario o con assistenza medica continuativa;
  • nessuna franchigia o, comunque, estremamente ridotta.

Non sono particolarmente propensa invece a stipulare assicurazioni di annullamento viaggio o smarrimento del bagaglio perché sostanzialmente nel mio bagaglio non c’è niente che valga la pena assicurare e sono abituata a prenotare poco o niente prima della partenza (tra l’altro esistono tantissimi siti dove è possibile prenotare camere con la cancellazione gratuita).

Per concludere: appunti sparsi per prepararsi al meglio e godersi il viaggio in thailandia

  • A Bangkok il traffico è terribile e se pernottate nella zona di Khao San Road (il quartiere dei backpackers, gremito di ostelli e guest-house a prezzi più che accettabili) il modo migliore per spostarsi è il battello sul Chao Phraya che in pochi minuti attraversa la città. Dai un occhiata qui: Bangkok senza il velo di Maya per leggere l’approfondimento su questa città che ho tanto amato.
  • Il sito più gettonato in Asia per effettuare le prenotazioni è Agoda, che è praticamente l’analogo orientale di Booking.
  • Tutti mi hanno raccomandato, prima di partire, di non bere nulla in cui ci sia il ghiaccio e di non mangiare cibo di strada perché le condizioni igieniche sono molto lontane dagli standard europei.
    Personalmente credo che se avessi seguito questi consigli avrei perso la parte migliore di questo viaggio: ad esempio il cibo fantastico (e straordinariamente economico) acquistato in ogni angolo della città e i cocktail bevuti per strada, seduti su dei minuscoli sgabellini di plastica, guardando il mondo scorrere accanto a me.
  • Ko chang è un isola talmente bella da meritare un articolo a se, ma è fondamentale sapere che è  durante il periodo delle piogge le spiagge si popolano di Sand flies, moscerini della sabbia. Questi insetti sono sinonimo natura incontaminata, ma è difficile proteggersi dalle loro punture perchè  non sentono gli odori e di conseguenza i repellenti per zanzare sono inutili; l’unica salvezza è l’olio di cocco!
  • SIM THAI – la trovate praticamente ovunque, inclusi i 7-11, lasciate che i commessi impostino il vostro telefonino soprattutto per il traffico internet.
  • Il sacco lenzuolo è fondamentale!!! È leggerissimo nello zaino e vi permette di dormire ovunque senza rischiare di essere punti da pulci, cimici ecc.. e di mantenere un livello igienico decente.

Quindi, vale la pena? certo che si!

Sarà che lo spirito di adattamento non mi manca, o forse sarà che sono partita preparata, ma ha piovuto molto meno frequentemente di quanto mi aspettassi ed il monsone (che ci ha sempre colto di sorpresa in realtà) non ci ha mai impedito di continuare a fare esattamente ciò che stavamo facendo, solo con addosso un impermeabile ed un buon copri-zaino.

Buone avventure a tutti, ci vediamo in giro❤️

P.S.

Vi lascio qui sotto un mio personalissimo consiglio: il primo episodio di una lunga serie, il vlog di questi 4 ragazzi in terra Thai. L’avrò rivista 10 volte la loro avventura 🤣

Il primo episodio in thailandia: un lungo viaggio nel sud est asiatico

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